Rebranding e comunicazione visiva: cosa insegna il Covid-19

Il 2020 giunge al termine, ma non possiamo voltare pagina senza aver prima letto bene questo capitolo. Ogni aspetto della vita, così come ogni settore economico e ambito della comunicazione, hanno dovuto fare i conti con l'emergenza e con le sue conseguenze di lunga durata. Infatti, in vista del 2021 non dobbiamo dimenticare di fare tesoro dei comportamenti e delle aspettative maturate dalle persone nel corso di questo anno. Anche in fatto di brand identity il Covid-19 ha imposto nuove coordinate da assecondare che potrebbero spingerti a valutare un rebranding della tua azienda. In particolare voglio farti riflettere su quanto possa essere necessario ripensare la tua comunicazione visiva in sintonia con i nuovi sentimenti dei clienti.

Rebranding aziendale: le potenzialità della comunicazione visiva

Il rebranding di una marca è tendenzialmente percepito come qualcosa di negativo, come un'operazione da mettere in atto malgrado le reali volontà dell'azienda. In realtà rinnovare l'immagine aziendale non è una dichiarazione di fallimento: si tratta spesso di una scelta strategica, motivata dal desiderio di rimanere al passo con i tempi. Piuttosto che una manovra per rattoppare il brand, è una mossa per sottolineare quanto esso sia ancora dinamico e disposto ad ascoltare i bisogni dei propri clienti.

In questo articolo sul restyling di un logo aziendale ti avevo elencato le situazioni più frequenti che potrebbero spingerti a rinnovare il tuo marchio, quindi la tua visual identity e a livello più complessivo la tua comunicazione visiva. Ovviamente in quella casistica non avevo citato una pandemia mondiale dal momento che, grazie al cielo, non è poi così frequente. Eppure il Covid-19 ha spalancato un ulteriore scenario per il rebranding, dal momento che dobbiamo fare i conti che i nuovi bisogni comunicativi e di marketing delle persone.

Approfondimento

Cos'è il restyling di un logo

Ricollegandomi all'inizio di questo paragrafo, il virus rappresenta il caso per eccellenza in cui un'azienda si trova suo malgrado a dover ripensare alla propria immagine, ai valori e ai messaggi che comunica. D'altro canto nulla ha mai gettato una luce così potente sull'importanza del rebranding pro-attivo come l'emergenza pandemica. I marchi migliori saranno (è il caso di parlare al futuro) quelli che osserveranno bene i consumatori: i valori e i contenuti verso cui sono più sensibili, ma anche i formati e le esigenze visive più funzionali. Per tale ragione nel prossimo paragrafo voglio parlarti di come, all'interno di un'operazione di rebranding, la giusta comunicazione visiva possa rispondere ai nuovi bisogni degli utenti.

Rebranding e comunicazione visiva per intercettare le nuove esigenze degli utenti

Nei mesi della pandemia molte aziende avevano già compreso come il proprio logo, solitamente intoccabile, poteva essere "distanziato" per l'occasione eccezionale. Quindi Kappa, Coca-Cola, Mercedes e molti altri brand hanno rivisto il proprio segno distintivo per promuovere e unirsi al coro delle istituzioni internazionali che invitavano al distanziamento sociale. Mossa furba o davvero sentita, fatto sta che queste aziende hanno perfettamente intuito il nuovo approccio degli utenti nei confronti dei brand: agli occhi dei consumatori il valore e l'impegno del marchio è più importante che mai.

La comunicazione visiva è il primo passo delle aziende per comunicare un nuovo approccio, in linea con le esigenze collettive emerse durante l’emergenza. Ecco alcuni vantaggi assicurati da un’operazione di rebranding, ideata in funzione dei nuovi bisogni.

Strategie di rebranding per trasmettere fiducia

Sebbene le misure adottate in questo periodo tra restrizioni e distanziamento sociale siano solamente temporanee, l’idea di adattare la propria comunicazione al momento delicato non dovrebbe essere trattata come una campagna a breve termine. Ad esempio, ricorrere ad un social network solamente per il tempo dell'emergenza non è una buona strategia se all'indomani di questo periodo non rientrerà più nelle strategie di comunicazione aziendale. Viceversa, rafforzare le comunicazioni attraverso i canali distintivi del marchio dimostra un impegno duraturo nei confronti dei clienti e trasmette fiducia. Anche la comunicazione visiva non deve essere concepita esclusivamente come una parentesi nella vita del brand, ma piuttosto come una nuova veste, arricchita dei valori maturati durante l’emergenza e valida per il futuro.

Valorizzare l'umanità del brand attraverso la comunicazione visiva

I consumatori hanno bisogno di sentirsi rassicurati, di avere certezze e di avvertire un calore umano finanche da parte di un'azienda. Questa nuova esigenza non si esaurirà con il passare dell’emergenza. Sia visivamente che a livello esperienziale, un brand deve trasmettere questo sentimento ai suoi clienti. Ad esempio una mascotte del marchio può creare empatia con i consumatori andando a colmare il vuoto relazionare provocato dal distanziamento sociale oggi e trasformandosi in elemento riconoscibile del brand domani.

Creare Infografiche

Puntare sul rebranding per valorizzare la trasparenza aziendale

In un momento di crisi, insicurezza e instabilità, poter contare almeno sulla trasparenza dei brand è fondamentale. Dal momento che i clienti non possono accedervi, hanno bisogno di essere rassicurati sul fatto che le aziende rispettino le misure di sicurezza. Pensiamo ad esempio ai ristoranti e alle attività di delivery: i consumatori vogliono essere certi che dalla preparazione del cibo alla consegna siano rispettate tutte le imposizioni. Quindi non si tratta solamente delle misure che un'azienda ha effettivamente messo in campo: conta altrettanto il modo in cui esse vengono convogliate. E pensi forse che passata l’emergenza le persone non vorranno più sapere se le aziende si comportano secondo condivisibili codici morali? Infografiche, icone chiare e formati comunicativi adatti ai singoli canali possono davvero aiutare un’azienda a comunicare da vicino con i propri consumatori.

Rispondere al bisogno di semplicità con un design minimalista nella comunicazione visiva

L'emergenza ha segnato una riscoperta della semplicità, sia nel senso di contenuti legati alla quotidianità che di formati più semplici e immediati. In realtà è già da qualche anno che il gusto generale si è spostato verso un'estetica più minimalista, ma il 2020 e l'emergenza Covid ha sicuramente reso ancor più repentina la virata. Oggi i clienti fanno meno caso agli orpelli e vanno dritti al punto. Vogliono che tu faccia lo stesso nella tua comunicazione visiva: chiara, immediata, ma non per questo trascurata o poco coinvolgente.

Trasmettere informazioni utili con una chiara comunicazione visiva

I dati sono diventati parte integrante nella vita di tutti noi. Anche sui social cifre e statistiche sono diventati contenuti trasversali. Oggi gli utenti hanno imparato "a leggere" e i clienti hanno accresciuto ancor di più l'attitudine ad informarsi prima di fare acquisti. Un'azienda che fornisca informazioni chiare e puntuali può davvero fare la differenza sia per il proprio fatturato che per i bisogni dei clienti. Tuttavia la condivisione di dati grezzi ha poco appeal sullo spettatore. Qui entra in gioco la comunicazione visiva. Presentare le informazioni in una maniera accattivante ti renderà riconoscibile e punto di riferimento affidabile per il pubblico.

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Claudio Troisi
Designer. Rugbista semiserio. Amante della buona cucina e della birra artigianale. Nel lavoro, come nel rugby, vado sempre avanti, dritto verso la meta. Credo fortemente che la vita vada presa con un sorriso e ogni tanto con qualche spallata. Vivo e lavoro in terra veneta benché le opportunità mi portino in giro per l'Italia.

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