L’industria creativa è un settore ampio ed in costante crescita. Ogni grafico/designer (un creativo in generale N.d.A.) s’impegna ogni giorno per raggiungere un giusto equilibrio tra gli impegni di lavoro e le esigenze della vita, sperando di lavorare su progetti importanti e stimolanti. Eppure, molto spesso, ci si scontra con la difficoltà di catalogare il lavoro creativo attraverso uno schema ben preciso.
Ciò porta spesso i non addetti ai lavori a pensare che questo sia un campo caratterizzato da improvvisazione e impegno minore rispetto ad altri settori. Per questo fare incetta di prodotti uscendo da un negozio senza pagare risulta impensabile, ma chiedere il 100% di sconto ad un grafico, un web designer o a qualsiasi altro creativo professionale, suona come una richiesta perfettamente lecita.
Ciò comporta che la maggior parte dei creativi durante la propria vita lavorativa si troverà ad affrontare l’inevitabile richiesta di lavorare gratis.
Normalmente tale richiesta è supportata da strabilianti motivazioni, come ad esempio “ti darà grande visibilità”, “tanto ci metti 5 minuti”…
Se l’improvvisazione e il lavoro approssimativo non sono quel che avete in mente quando pensate a un bravo designer, ecco allora i motivi per cui dire NO, o per i quali lo riceverete in risposta se siete clienti “alle prime armi”.
Primo punto del memorandum del creativo (o del cliente che vi si rivolge): lavorare gratis svaluta il lavoro.
Non solo il proprio, ma anche quello della categoria di riferimento. Perché un cliente dovrebbe pagare per un progetto grafico quando potrebbe trovare qualcun altro disposto a farlo gratis?!
Secondo: svalutare la professionalità corrisponde a svalutare anche il vostro tempo! Per un freelance creativo infatti il tempo è denaro. Quindi, se si lavora per niente, che valore si sta assegnando al proprio tempo? E che valore il vostro cliente darà al vostro tempo? NIENTE.
La maggior parte dei creativi si trova a lavorare contemporaneamente su diversi progetti. Cosa succede se si è impegnati a sviluppare un lavoro a pagamento ed uno non retribuito? Naturalmente, si darà la precedenza al lavoro retribuito! Ciò determina che il lavoro gratuito non sarà qualitativamente all’altezza della propria professionalità, cosa che potrebbe mettere a rischio il vostro buon nome e la vostra reputazione.
Può capitare che un creativo decida di impegnarsi su un progetto non retribuito nei momenti di “calma lavorativa” oppure, se alle prime armi, per dare vita al proprio portfolio.
Tuttavia, il tempo impiegato per seguire un progetto potrebbe essere impiegato in modo migliore: contattare nuovi potenziali clienti, studiare una nuova strategia di comunicazione, aggiornarsi frequentando un corso.
Spesso uno dei motivi per cui si accetta un lavoro non retribuito è il ritorno d’immagine che si può ottenere. Ed è per questo che proprio il ritorno d’immagine diventa la giustificazione più usata dal cliente nelle richieste di lavoro gratis.
Ma è realmente una motivazione valida? In primo luogo, come si fa a quantificare il ritorno d’immagine? Quando sei pagato hai un guadagno tangibile, ma come si fa a capire quando si riceve il giusto guadagno dal ritorno d’immagine? Attraverso un buon feedback? O piuttosto ricevendo più visite sul sito web?
Forse. Ma per il vostro lavoro quale sarà il vero ritorno? E soprattutto… Quando arriveranno le bollette si pagheranno con il ritorno d’immagine?
L’ultima ragione (forse N.d.A.) per evitare i lavori non retribuiti è la loro mancanza di paletti ben definiti. Quando un progetto viene concepito, infatti, una delle prime cose da stabilire è il budget, perché sarà questo a determinare la quantità di ore, persone ed attrezzature necessarie per lavorare. Ma se non esiste un budget e non esistono dei vincoli specifici, come si può essere sicuri di non rimetterci in termini di tempo e di soldi?
Se il tempo per il cliente non ha un valore monetario, chiederà sempre più lavoro, più modifiche e revisioni portando questi piccoli progetti ad enormi perdite di tempo.
Svolgere una professione creativa equivale essenzialmente a lavorare in qualsiasi altro settore non creativo. Nessuno si aspetta che un elettricista ci sistemi l’impianto di casa “in amicizia” o che un sarto faccia delle riparazioni “per la gloria”. Quindi non si dovrebbe mai elaborare un progetto creativo senza aspettarsi un pagamento.
Come ogni regola ci sono tuttavia delle eccezioni. Purché siano chiari fin da prima di iniziare i confini, si può prendere in considerazione di accettare un lavoro non retribuito nei seguenti casi:
Quando si lavora come professionista creativo è necessario costruire continuamente la propria reputazione quindi si può decidere di lanciarsi in un lavoro non retribuito (ad esempio un guest post su un blog con molti seguaci) al fine di creare un po’ di visibilità per il proprio brand. Ma attenzione, accuratezza nella valutazione!
Ed ora… Siete ancora convinti che lavorare gratis sia un incentivo a valorizzare la vostra professione?