Creare un logo: ecco perché è importante

Creare un logo d'impatto è fondamentale per il tuo brand: oggi i consumatori scelgono la marca, non il prodotto. Ma che ruolo gioca il logo in tutto questo? E qual è la differenza rispetto al brand?

Pensiamoci, quando parliamo di Nike, Apple o Starbucks, balzano subito alla mente i loghi di queste aziende, prima ancora dei loro prodotti. Un meccanismo psicologico così automatico vorrà pur dire qualcosa, soprattutto trattandosi di bisogni e istinti dei consumatori! Innanzitutto ci insegna che, se vuoi diventare memorabile, devi creare il tuo logo distintivo. Ma per capire bene perché creare un logo sia così fondamentale, dobbiamo fare un passo indietro e riflettere sull'evoluzione del mercato e dei comportamenti dei consumatori negli ultimi anni.

Creazione logo: la differenza con il creare un marchio e una marca

Cominciamo dall'inizio. La comune confusione tra marca, marchio, logo e l'anglofono "brand" non aiuta ad afferrare i singoli concetti e la loro funzione integrata.

  • Marchio. Il marchio è l'insieme degli elementi visuali e testuali, scelti dall'azienda per proporsi e distinguersi sul mercato. Quando sentiamo parlare di "registrare un logo", in realtà si tratta del marchio: è questa l'entità depositabile legalmente.
  • Logo. Il logo è la componente visuale del marchio che interagisce con il codice testuale; tecnicamente è l'esposizione grafica del nome della marca.
  • Marca. Quella che oggi più comunemente definiamo "brand" è la marca: un'entità concettuale destinata a presidiare la mente dei consumatori fornendo loro le ragioni d'acquisto e preferenza rispetto ai concorrenti; è la leva competitiva che rende la tua proposta unica sul mercato.

La marca offre quindi ad un'azienda la possibilità di differenziarsi dai competitor, elevando il terreno di gioco ad un livello superiore rispetto alle sole caratteristiche fisiche e funzionali del prodotto. Ma perché è necessario farlo?

Creare logo aziendale: strategia di "branding" per i nuovi consumatori

Se la marca vuole essere l'entità concettuale da veicolare ai consumatori, il livello di gioco superiore non può essere di certo quello delle idee fisse, sospese e immobili. È infatti necessario rendere dinamici quei concetti, configurandoli in elementi visivi concreti, attraverso i quali presidiare le menti delle persone. Per farlo dobbiamo scendere dal mondo delle idee di Platone e sposare una nuova filosofia: il branding.

Non me ne vogliate, ma qui è necessario introdurre quest'altro termine, "branding", che non individua solamente la creazione di un brand (quindi di una marca), ma identifica un rivoluzionario approccio di business brand-oriented, piuttosto che product-oriented. Le ragioni sono molto semplici.

Nuovi bisogni e nuovi consumatori: un nuovo mercato

Innanzitutto, oggi i tradizionali bisogni della Piramide di Maslow sono stati ampiamente soddisfatti e anzi sostituiti da nuove sfere legate alla realizzazione personale. Questo nuovo asset dei bisogni, in aggiunta alle trasformazioni sociali, alla sostanziale equivalenza dei prodotti sul mercato e alla concorrenza agguerrita, ha relegato l'importanza del prodotto in secondo piano.

Con l'avvento del digitale, inoltre, le persone non sono più consumatori passivi, ma anzi utenti che si informano e valutano un brand prima di sceglierlo. Il consumatore di oggi è attento ed esigente non solamente rispetto alla qualità del prodotto, ma anche e soprattutto in relazione all'etica delle aziende. Oggi i clienti non comprano prodotti, ma scelgono sistemi di valori nei quali rispecchiarsi.

Creare un logo: rendere visivamente il "why me" di una marca

La marca deve quindi porsi alla mente del consumatore come il bisogno da soddisfare o il valore da abbracciare; deve spiegare cioè al cliente i motivi per i quali costituisce la scelta giusta. E come instillare questo pensiero? Attraverso la creazione di un logo d'impatto, distintivo e memorabile che apra la strada alla parata di messaggi del brand.

Allora, ad uno sguardo più attento e in considerazione dell'evoluzione del mercato, il logo non corrisponde affatto alla marca; né è semplicemente il biglietto da visita di un'azienda. Esso costituisce il riassunto dell'immagine aziendale, dei suoi valori e della natura dei suoi prodotti da trasmettere immediatamente, per differenziarsi dai concorrenti. In altre parole, il logo non è solo ciò che rappresenta l'azienda, ma quello che l'azienda rappresenta (o meglio vorrebbe rappresentare) agli occhi dei consumatori. Insomma, fare un logo significa creare un simbolo che sintetizzi il "why me" di un brand autosufficiente anche sullo scaffale di un supermercato.

Approfondimento

Come si crea un logo?

Realizzare un logo al passo con i tempi: il restyling di un logo aziendale

Potrebbe sembrare fin troppo banale sottolinearlo, ma oggi i consumatori sono costantemente sollecitati da nuove uscite e prodotti innovativi. Di conseguenza si aspettano che anche i brand siano al passo con i tempi e il logo, neanche a dirlo, è il primo elemento che dimostra quanto l'azienda "stia sul pezzo".

Infatti non è mia intenzione far crollare le vostre certezze, ma dovete sapere che anche l'immagine aziendale invecchia. Come qualunque altro ambito, soprattutto creativo, il graphic design non è immune al via vai di mode e tendenze e procedere al restyling può essere altrettanto utile, se non addirittura più necessario, di realizzare un logo. Si tratta di un lavoro doppiamente complesso poiché, da un lato, bisogna svecchiare e rinfrescare l'immagine di un brand, mentre dall'altro è necessario non discostarsi dalla sua identità tradizionale e dai suoi valori. Per le suddette ragioni è il caso di affidarsi ad un consulente esperto che sia in grado di non snaturare del tutto il brand.

Ma quanto costa creare un logo? Leggi l'articolo. Quanto costa un logo?

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Claudio Troisi
Designer. Rugbista semiserio. Amante della buona cucina e della birra artigianale. Nel lavoro, come nel rugby, vado sempre avanti, dritto verso la meta. Credo fortemente che la vita vada presa con un sorriso e ogni tanto con qualche spallata. Vivo e lavoro in terra veneta benché le opportunità mi portino in giro per l'Italia.

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